come assunzione eccessiva, perdita di controllo sul consumo, voglie intense e uso continuato nonostante le conseguenze negative.

“Carboidrati raffinati e grassi determinano livelli di dopamina extracellulare nello striato cerebrale simili a quelli osservati con sostanze che creano dipendenza come la nicotina e l’alcol”, hanno riferito i ricercatori.

Gli autori dello studio sottolineano come gli alimenti ultra-processati rappresentino la principale fonte di carboidrati raffinati e grassi aggiunti nella moderna offerta alimentare. La combinazione che ne sortisce sembra avere un effetto sui sistemi di ricompensa del cervello. Anche la velocità con cui gli alimenti ultra-processati forniscono carboidrati e grassi all’intestino può essere alla base del potenziale rischio di dipendenza, come accade per altre sostanze che arrivano più rapidamente al cervello. Ecco perché una sigaretta, che trasporta rapidamente nicotina al cervello, crea più dipendenza di un cerotto alla nicotina a rilascio lento.

Secondo lo studio, anche gli additivi possono contribuire alla dipendenza da alimenti ultra trasformati, molti dei quali contengono additivi aromatizzanti che aumentano il gusto dolce e salato.

“Esistono ormai dati consistenti sulla rilevanza clinica della dipendenza da cibo” commentano, in conclusione, gli Autori. “Rimane da chiarire in maniera definita quali siano i tipi di alimenti che creano dipendenza. Classificarli secondo questo criterio, potrebbe cambiare l’atteggiamento sul fronte normativo e delle etichettature”

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